L’8 ottobre 2025 segna l’inizio di una nuova era per la visibilità online. Chi lavora sul web non può permettersi di restare indifferente. Consapevolezza e informazione sono necessari per non sparire dall’ecosistema digitale.
L’AI Mode di Google è un cambiamento radicale che sovverte completamente la ricerca online per come la conosciamo.
Oggi te ne parlo da utente e da esperto. Sono Christian Cilli, consulente e formatore in ambito digital marketing, con competenze specifiche nel campo della SEO (Search Engine Optimization) e della più recente GEO (Generative Engine Optimization).
Non sono un purista delle sigle, ma in qualche modo dobbiamo pur distinguere l’ottimizzazione per i motori tradizionali da quelli AI (intelligenza artificiale).
Ma veniamo a noi e all’oggetto di questo articolo.
Cos’è Google AI Mode e perché cambia la ricerca online?
L’8 ottobre 2025 anche in Italia è attiva ufficialmente la “modalità AI” di Google, un nuovo modo di cercare online basato sull’intelligenza artificiale conversazionale.
Dopo sette mesi di test nei mercati anglosassoni, questa funzione rivoluziona l’esperienza di ricerca e mette in discussione l’intero ecosistema digitale della Search.
Da oggi, le risposte del motore di ricerca non saranno più una semplice lista di link blu, ma diventano un dialogo intelligente con chiunque voglia interrogarlo.
Cosa cambia nel concreto online?
Con AI Mode, invece della classica SERP (Search Engine Result Page = pagina dei risultati di ricerca) con l’elenco di risultati da cliccare, Google AI Mode risponde direttamente alle domande degli utenti in modo dettagliato, strutturato e personalizzato.
Non dobbiamo più cercare tra i risultati. Facciamo una domanda e riceviamo subito una risposta mirata dall’AI, senza dover cliccare oltre.
È facile intuire quanto questa novità cambi le carte in tavola, specialmente per chi possiede un sito web, un e-commerce, o produce contenuti online per farsi trovare dai clienti.
Quando Google stesso risponde all’utente, il traffico tradizionale verso i siti diminuisce sensibilmente.
Come funziona l’AI Mode di Google?
La ricerca con AI Mode diventa un processo conversazionale. Puoi porre a Google domande complesse, anche molto articolate (contenenti più sotto-quesiti), in linguaggio naturale come faresti con un esperto in quel determinato ambito.
Ad esempio, potresti chiedere: “Come muoversi a Roma, dove mangiare vicino al Colosseo e quali app usare per prenotare i biglietti per entrare ai Musei Vaticani?”.
L’AI comprende il significato della richiesta, la scompone in sotto-domande (grazie a una tecnica chiamata query fan-out che lancia ricerche parallele su diversi temi), consulta fonti autorevoli sul web e infine restituisce una risposta unificata.
AI Mode fonde in un’unica soluzione ciò che normalmente richiederebbe molte ricerche separate. Il risultato è una guida strutturata e personalizzata che risponde alle varie sfaccettature della query in modo chiaro e completo.
Ad esempio, a seconda della domanda posta, se più o meno elaborata, a chi cercasse informazioni turistiche su Roma o Milano verrebbe fornito:
- un itinerario con i migliori mezzi per muoversi in città
- una lista di ristoranti consigliati attorno al Colosseo
- i nomi delle app più efficaci per prenotare visite.
Oltre al testo, la modalità AI permette di porre domande anche tramite immagini. Ad esempio, fotografando un prodotto è possibile ottenere da Google dettagli sul prodotto stesso e annessi consigli d’acquisto.
Questa funzione, unita al supporto delle query vocali, rende l’esperienza di ricerca più naturale e immediata.
La multimodalità è una delle novità principali di AI Mode
Proprio così. Il motore di ricerca supporta sia input testuali che vocali e persino visivi. Puoi parlare al motore di ricerca come faresti con una persona, oppure puoi scattare una foto a un oggetto di cui vuoi informazioni. Google saprà interpretare anche quell’immagine integrandola nella conversazione.
Il sistema sfrutta i più avanzati modelli Gemini di Google per il ragionamento e la comprensione del contesto per sviluppare risposte su misura corredate di link utili per eventuali approfondimenti.
Ecco cosa offre una risposta in modalità AI di Google:
- Risposta strutturata e dettagliata: l’AI fornisce un responso chiaro, ben organizzato e ricco di approfondimenti mirati, anziché semplici snippet isolati.
- Guida personalizzata con link e suggerimenti pratici: consigli contestualizzati (luoghi, prodotti, opzioni) accompagnati da link utili per esplorare ulteriormente o passare all’azione (es. prenotare, acquistare).
- Tono esperto e conversazionale: le raccomandazioni sembrano provenire da un esperto fidato (o da un amico ben informato), grazie alla capacità dell’AI di adattare lo stile e fornire spiegazioni approfondite come farebbe un consulente umano.
Cosa cambia con l’arrivo di AI Mode per chi lavora online?
Cambia tutto ciò che abbiamo conosciuto fino a oggi.
Questo non è l’ennesimo aggiornamento dell’algoritmo. È un vero e proprio stravolgimento… per riassumere bene la portata della novità.
Per professionisti del digital, marketer e imprenditori online, Google AI Mode diventa uno spartiacque. Se prima l’obiettivo SEO era posizionarsi tra i primi risultati su Google, adesso la vera competizione si consuma a suon di citazioni.
Perché l’obiettivo non è più il clic, ma è diventare la fonte che l’AI seleziona per rispondere alle domande degli utenti. In altre parole, bisogna ottimizzare i propri contenuti affinché siano quelli citati e utilizzati dall’intelligenza artificiale nelle sue risposte, altrimenti si rischia di rimanere fuori dalla conversazione.
Cosa dicono i dati sull’AI Mode e la ricerca?
I primi dati dai Paesi dove l’AI Search era già attiva parlano chiaro.
Con le risposte AI integrate, la percentuale di utenti che clicca effettivamente sui risultati organici crolla ai minimi storici.
Si parla di tassi di click-through dimezzati (dal 15% all’8%) quando compare un overview AI in pagina, e di appena un 4-5% di ricerche che portano un clic esterno verso siti web.
Il restante 95% degli utenti trova ciò che cerca direttamente su Google, senza uscire. Meno traffico organico dai motori di ricerca tradizionali e meno click diretti ai siti sono dunque conseguenze inevitabili di questa evoluzione.
Di riflesso, aumenta la competizione per essere menzionati nelle risposte AI. Non basta più essere “primi su Google”, ma occorre essere rilevanti e autorevoli al punto da diventare parte della risposta stessa.
Google ha dichiarato che AI Mode si basa sugli stessi sistemi di qualità e ranking della Ricerca classica, quindi i contenuti di qualità rimangono fondamentali.
Ma è inevitabile che stiano emergendo nuove pratiche SEO, come la Generative Engine Optimization (GEO), mirate proprio a far sì che i motori di ricerca generativi scelgano il tuo brand come fonte attendibile da citare nelle risposte.
In gioco ci sono reputazione, expertise e citabilità, ovvero tutti quei fattori che ora determinano la visibilità molto più del semplice posizionamento nei risultati organici.
Quali scenari si aprono con AI Mode?
Con la diffusione di AI Mode, la ricerca online si sposta su un piano più avanzato e “intelligente”. Gli utenti iniziano a formulare query più articolate e lunghe.
Secondo Google, le domande poste in AI Mode sono 2-3 volte più lunghe di una query tradizionale, perché le persone si sentono libere di chiedere tutto quello che serve in una volta sola.
Di fronte a interrogativi così complessi, i contenuti generici e superficiali perdono valore. Se un articolo non apporta informazioni di valore, utili e sostanziose, o un punto di vista qualificato, difficilmente l’AI lo utilizzerà per costruire la sua risposta.
Allo stesso tempo, formati classici come le guide PDF scaricabili, i post di blog generici o le semplici schede prodotto rischiano di diventare invisibili.
L’AI predilige estrarre informazioni concise e integrate. Un contenuto statico e isolato potrebbe non essere considerato utile in questo nuovo contesto conversazionale.
In uno scenario estremo, alcuni temono che interi modelli di business digitali, dalla SEO come la conosciamo, alla pubblicità pay-per-click basata sui clic, fino all’editoria online, possano venire stravolti o resi obsoleti se la classica lista di risultati scomparirà del tutto.
Di certo, le abitudini degli utenti stanno cambiando rapidamente. Sempre più persone si informano attraverso l’AI (che sintetizza per loro molteplici fonti) anziché navigare di sito in sito per trovare risposte.
Chi lavora sul web deve tener conto di questa realtà. Il potere si sta spostando verso chi controlla le AI answers e verso i pochi contenuti citati al loro interno.
Come adattarsi al nuovo paradigma dell’AI Mode per non sparire dal web?
Di fronte a questo cambiamento a dir poco radicale, non bisogna farsi trovare impreparati.
Io, come esperto SEO e ora sempre più addentrato nelle logiche dell’AI, posso darti dei consigli. Consigli che puoi mettere a frutto o che possono aiutarti a trasformare in azioni concrete e mirate per la tua attività online.
Ecco alcune strategie che si possono mettere in atto sin da subito per adattarsi all’era della ricerca AI.
Crea contenuti ottimizzati per l’AI
Ripensa i tuoi contenuti in ottica AI-friendly: fornisci risposte pratiche, dettagliate e ben strutturate alle domande che il tuo pubblico si pone. Fai in modo che un paragrafo del tuo articolo possa essere estratto dall’AI come risposta esaustiva a uno specifico quesito. In questo senso, l’ottimizzazione per snippet e featured answers diventa fondamentale.
Ad esempio, suddividi i contenuti in sezioni con sottotitoli chiari, liste puntate, definizioni immediatamente comprensibili, tutti elementi che facilitano l’AI nel capire e utilizzare il tuo testo.
(In ambito SEO si parla sempre più di ottimizzazione generativa, ossia creare contenuti che siano compresi e riutilizzati dall’AI nei suoi output.)
Punta sulla specializzazione e autorevolezza
In un web sommerso da informazioni di ogni genere, l’AI attinge preferibilmente da fonti riconosciute come esperte e affidabili. Conviene quindi presidiare nicchie tematiche specifiche, diventando authority in quegli ambiti. Pubblica, dunque, contenuti verticali, approfonditi e aggiornati, che dimostrino expertise e esperienza diretta.
Questo approccio da vero esperto attira l’AI (che cerca segnali di E-E-A-T – esperienza, competenza, autorevolezza, affidabilità – nei contenuti, e crea anche più valore per gli utenti reali. Meglio pochi articoli eccellenti su argomenti mirati, che tante pagine superficiali su temi vari.
Sfrutta il multiformato, non limitarti al testo scritto
Con l’avvento di AI Mode, diversificare i formati dei contenuti è un vantaggio. Realizza video esplicativi, infografiche, guide pratiche, podcast, materiali che, oltre a coinvolgere di più gli utenti, possono essere riconosciuti e integrati dall’AI nelle sue risposte.
Google sta rendendo la ricerca sempre più visiva e interattiva, integrando risultati grafici e immagini nelle conversazioni.
Un video ben ottimizzato o un’infografica informativa hanno opportunità di comparire nei risultati potenziati dall’AI, offrendo al tuo brand visibilità aggiuntiva. I contenuti multimediali, poi, mostrano al pubblico (e ai motori AI) che padroneggi il tuo settore su più livelli.
Costruisci brand authority online
La reputazione conta più che mai. Fai in modo di ottenere menzioni e link da siti autorevoli, partecipa a collaborazioni e community di settore, cura la tua presenza sui social e sulle piattaforme di Q&A.
Più il tuo nome (o marchio) circola in contesti credibili, più aumentano le probabilità che l’AI di Google lo consideri una fonte degna di nota.
Stando ai primi esperimenti, i brand affidabili hanno molte più chance di essere citati dall’AI nelle risposte conversazionali.
È un circolo virtuoso. L’AI cita chi è autorevole, e chi è citato dall’AI rafforza la propria autorevolezza agli occhi del pubblico.
Mostra valore e autenticità
Mai perdere di vista l’esperienza utente. Se prima era un plus, oggi è un must.
L’AI premia contenuti che risultano davvero utili e rilevanti per le persone. Porta nei tuoi articoli
- esperienze reali
- case study
- esempi concreti,
- consigli pratici frutto del tuo lavoro sul campo.
Questo tipo di autenticità ti differenzia dai contenuti generici e crea fiducia in chi legge.
Incentiva anche l’interazione
Rispondi ai commenti, aggiorna i contenuti in base alle domande frequenti degli utenti, mostra che dietro le pagine c’è una persona disponibile ad aiutare. Umanizza la tua presenza online. Più il tuo contenuto è vivo e centrato sui bisogni reali del pubblico, più sarà apprezzato sia dall’algoritmo di Google che dalle persone in carne e ossa.
Non farti trovare con le mani in mano
Google AI Mode può sembrare una minaccia per chi era abituato alla SEO tradizionale, ma può trasformarsi in una enorme opportunità per chi saprà evolvere.
Dipende tutto dalle mosse che fai oggi per posizionarti nelle risposte del futuro. Chi ben comincia… puntando su contenuti chiari, autorevoli e ottimizzati per l’intelligenza artificiale, è a metà dell’opera.
i suggerisco la lettura di questi 2 miei ultimi articoli Blog Come le AI Overviews selezionano i contenuti: dalla teoria alla pratica e Google AI Mode e Query Fan-Out: come cambiano la SEO e quali framework applicare
Contattami per una consulenza AI search gratuita, se vuoi capire se e come l’AI Mode sta già impattando il tuo settore, valutare nuove strategie per proteggere la visibilità del tuo sito e iniziare a costruire contenuti che Google riconosca come autorevoli.
Insieme analizzeremo la tua presenza online e prepareremo un piano d’azione su misura.
Domande frequenti Google AI Mode
Cos’è Google AI Mode?
Una nuova modalità di ricerca basata sull’intelligenza artificiale che fornisce risposte conversazionali dirette invece della classica lista di link blu.
Quando è stata attivata AI Mode in Italia?
L’8 ottobre 2025, dopo 7 mesi di test nei mercati anglosassoni.
Come funziona AI Mode rispetto alla ricerca tradizionale?
Invece di mostrare una lista di risultati da cliccare, Google risponde direttamente con un testo strutturato, dettagliato e personalizzato, come farebbe un esperto.
Posso usare anche immagini e voce con AI Mode?
Sì, puoi fare domande parlando o fotografando un oggetto per ottenere informazioni e consigli d’acquisto.