Ci sono diversi modelli di funnel nel marketing, ma uno tra i più comuni è l’AIDA, acronimo che sta per Attention o Awareness (consapevolezza), Interest (interesse), Desire (desiderio) e Action (Azione), con il quale creare strategie mirate che facciano passare le persone attraverso le fasi del funnel. Si usa la metafora visuale e concettuale dell’imbuto perché le persone possono abbandonare, naturalmente, ogni fase. Non tutti coloro che conoscono l’azienda, infatti, diventano poi clienti.
Il modello AIDA, sviluppato per la prima volta nel 1898 da E. St. Elmo Lewis, descrive concettualmente i passaggi o le fasi che si susseguono dal momento in cui un consumatore viene a conoscenza di un prodotto o di un marchio fino a quando decide di acquistarlo.
Tuttavia oggi è importante considerare che nel concepire un funnel si deve tener conto della sua natura frastagliata, ben rappresentata dal modello di messy middle, di cui parliamo nei paragrafi successivi, al passo con il sempre più complesso Customer Journey la cui ricerca in rete tocca vari touchpoint, ossia i canali (sito web, social network, landing page, negozio fisico, ecc.) attraverso i quali professionisti e aziende entrano in contatto con i potenziali clienti creando con loro connessioni e relazioni di fiducia.