Comparire tra i primi risultati della SERP (Search Engine Results Page) è sicuramente importante ma non basta per avere la certezza che la propria pagina web abbia il successo sperato: occorre che gli utenti apprezzino il sito, visitandolo approfonditamente e che non si soffermino solo alla prima pagina web che trovano.
Cosa è la frequenza di rimbalzo?
Per verificare il livello di interazione degli utenti con il sito web, Google Analytics utilizza un parametro denominato frequenza di rimbalzo (o bounce rate): con questa espressione si intende la percentuale di visitatori che abbandonano (o rimbalzano) un sito dopo averne consultato solamente una pagina e senza aver interagito con essa. Questa misura è sicuramente tra le più complesse utilizzate da Google ma anche tra le più utili: la frequenza di rimbalzo, infatti, permette di calcolare la qualità del traffico sul sito web e, in definitiva, se il sito stesso risulta interessante per gli utenti oppure no.
Esistono due diverse tipologie di frequenza di rimbalzo:
- Di una pagina: Google calcola il bounce rate di una sola pagina del sito. Per farlo viene misurato il rapporto tra il numero totale di rimbalzi su una singola pagina in un certo lasso di tempo e il numero totale di visualizzazioni nello stesso periodo;
- Dell’intero sito: il colosso americano misura anche la frequenza di rimbalzo di un intero sito web. Per farlo viene calcolato, in un determinato lasso di tempo, il rapporto tra il numero totale di rimbalzi su tutte le pagine del sito e il numero totale di visualizzazioni in tutte le pagine del sito.
La frequenza di rimbalzo è dunque un parametro fondamentale per i siti web e di cui inevitabilmente Google tiene conto per costruire la SERP.
Frequenza alta? Ecco le possibili cause
Occorre chiarire subito un aspetto: è difficile stabilire quale sia una frequenza di rimbalzo ideale e quale no perché essa dipende spesso dal tipo di sito che si possiede. Di norma, comunque, un bounce rate elevato è sintomo di alcune problematiche, specie quando questo supera il 70%. Le cause possono essere davvero numerose, ma le tre più comuni sono:
- Errori tecnici: se la frequenza di rimbalzo è insolitamente alta potrebbe essere dovuto a malfunzionamenti del sito quali errori 404 oppure la presenza di pagine con tempi di caricamento elevati che scoraggiano il visitatore a proseguire oltre la propria permanenza sul sito;
- Meta Description fuorvianti: la descrizione del sito che compare nella SERP dovrebbe essere sempre fatta in maniera precisa, indicando esattamente all’utente cosa egli troverà nel sito stesso. Se così non fosse, il visitatore potrebbe ritrovarsi di fronte un contenuto non desiderato e, ai suoi occhi, ingannevole, tanto da voler abbandonare immediatamente la pagina;
- Sito non ottimizzato per i dispositivi mobili: oggigiorno la maggior parte degli utenti naviga online tramite il proprio smartphone e possedere un sito web ottimizzato per i dispositivi mobili è dunque un requisito fondamentale che lo stesso Google tiene in considerazione. Un utente che quindi, navigando in rete tramite cellulare, si ritrova di fronte ad un sito illeggibile sul proprio dispositivo rischia di non proseguire oltre la propria permanenza sulla pagina web.
Hai bisogno di un aiuto per la frequenza di rimbalzo? Restiamo in contatto
Le possibili cause di una frequenza di rimbalzo insolitamente alta possono essere dunque numerose e molto complesse sia da individuare che da risolvere: per questo se stai riscontrando difficoltà con il bounce rate SEO Leader può fornirti il giusto supporto. Grazie all’esperienza acquisita in questo settore e alla profonda conoscenza dell’algoritmo di Google nonché gli strumenti di misurazione delle performance del sito internet può supportarti nel miglioramento delle performance del tuo biglietto da visita online. Una volta individuate le cause che potrebbero portare ad un aumento della frequenza di rimbalzo, sarà possibile intervenire con prontezza ed efficacia per migliorare il ranking del tuo sito web.